Totò Sapore e la magica storia della pizza – Completo

Napoli, XVIII secolo. Antonio Salvatore Sapore, detto Totò, è un giovane cantastorie squattrinato che va in giro per le strade della città suonando canzoni che parlano della delizia del buon cibo, adorato dai napoletani per la sua capacità di distrarre la gente dalla fame e per mantenere tutti allegri.

Ma Vesuvia, la perfida strega padrona del Vesuvio, fatta di magma incandescente, non sopporta l’allegria dei napoletani, e dunque odia Totò, che ne ritiene l’artefice. La strega architetta un piano diabolico: dato che Totò non ha nulla da perdere, Vesuvia decide di dargli qualcosa per poi togliergliela e fargli perdere la sua tanto apprezzata allegria. Vesuvia dunque invia a Napoli il suo inetto servo Vincenzone, che, presentandosi a Totò come un notaio americano lo obbliga a ricevere una non ben identificata eredità proveniente da un ancora meno identificato parente. Essa consiste in quattro vecchie pentole, che lasciano amareggiato e deluso Totò. Questi, verso il tramonto, va sulle scogliere di Napoli, e, parlando con la madre morta, rivolto verso il cielo, si lamenta che il destino gli è contro; poi, quasi ironicamente, pensa se quest’ultimo potesse fargli incontrare almeno l’amore della vita…

Una sera il re Filippo di Spagna, la regina e il loro figlio viziato Fefè, vengono dalla reggia di Napoli a mangiare alla trattoria di Totò, guidati da un falso cartello di Vincenzone, e, dopo aver mangiato bene, pretendono il ragazzo come loro cuoco personale. Totò cerca in tutti i modi di declinare l’offerta, ma alla fine è costretto ad accettare, pena la decapitazione. A corte Totò scavalca nelle gerarchie l’ex cuoco di corte, il francese Jacques Mestolon, riuscendo insieme a Pulcinella a preparare una tavola imbandita, cucinando con le mani legate. Il cuoco francese inizia a odiare a morte Totò per avergli rubato il posto e rovinato la reputazione. Intanto Vincenzone, approfittando dell’imminente arrivo della famiglia reale Francese alla reggia di Napoli, si traveste da ciambellano e penetra all’interno della corte. Incontrato Mestolon decide di rivelargli come Totò lo abbia surclassato, mostrandoli le pentole magiche; una volta fatto gli propone un diabolico piano per mettere il napoletano in cattiva luce davanti al re. Intanto, durante il suo soggiorno a corte Totò, suonando il suo mandolino sul balcone, sente la voce di Confiance, che, nel mentre, sta raccogliendo i fiori nel giardino del palazzo, ma non la riesce a vedere. 

Durante una discussione abbastanza accesa arriva Confiance, che si rivela essere la figlia adottiva di Mestolon. Ella convince Totò ad accettare l’aiuto del padre per preparare il pranzo reale, e decide di accompagnare personalmente il cantastorie al mercato di Napoli per acquistare le varie cibarie. Durante la visita al mercato i due personaggi si innamorano, e sono così felici da non notare che anche Vincenzone è presente…Totò e Pulcinella decidono di passare la notte bivaccando nei pressi dei vecchi ruderi attigui alla scogliera. I due, cucinando degli insetti scoprono il vero potere delle pentole magiche, che, oltre a parlare sono in grado di trasformare qualsiasi cosa in ogni cibo, cosicché Totò può realizzare il suo sogno di diventare un bravo cuoco. Inizialmente Totò decide di usare le pentole per sfamare la povera gente di Napoli. Questi, durante i festeggiamenti, chiedono a Totò se, a causa della sua popolarità, gli venisse chiesto di fare il cuoco a corte, lui si dimenticherebbe di loro lasciandoli allo sbando. Totò li rassicura affermando di non voler mai diventare un cuoco di corte, ma Vesuvia, spiandolo, decide di adottare un astuto espediente, per allontanare Totò dalla povera gente di Napoli e far crollare l’umore di essi.Vesuvia, conscia del desiderio di Totò di innamorarsi, dà istruzioni a Vincenzone di fare incontrare il giovane cantastorie con la bella Confiance, una fanciulla bionda casualmente in giro per le scogliere.

Mestolon conduce Pulcinella nelle cantine e, con la scusa di un assaggio di qualche vino, lo fa ubriacare per toglierlo di mezzo per qualche ora, in modo da rovinare Totò. Vincenzone, dunque, approfittando della temporanea assenza di Pulcinella e in accordo con Mestolon, sostituisce le pentole magiche con delle comuni pentole quasi identiche alle originali, precedentemente acquistate al mercato. Totò, appena giunto a corte con Confiance, riceve un bacio dalla ragazza. Ma l’allegria dura per poco tempo: a causa di un imprevisto Totò si ritrova a dover cucinare da solo il pranzo per le due famiglie reali senza l’aiuto di Pulcinella, che sembra sia svanito. Totò non si accorge delle pentole fasulle e sforna dei piatti talmente disgustosi che, durante il pranzo, si scatena un litigio tra i reali di Francia e la famiglia reale di Napoli. Il litigio degenera al punto da portare ad una dichiarazione di guerra tra i due regni, mentre Totò viene arrestato con l’ingiusta accusa di aver truffato e tentato di avvelenare il sovrano. Mestolon vorrebbe essere riassunto come capocuoco ma il sovrano gli comunica che, essendo in guerra con la Francia, dovrebbe impiccarlo, ma si limita a licenziarlo. Quest’ultimo è comunque contento della sorte di Totò e tenta di partire per la Francia con Confiance, trovandosi in contrasto con le decisioni della figlia, che dice di essere diventata oramai napoletana e di non voler abbandonare Totò.

Pulcinella, con l’aiuto delle pentole magiche, riesce a divellere le sbarre della cella di Totò e a farlo fuggire. Ma, mentre Totò si sta calando dalla sua cella, esce dal palazzo Mestolon, trascinando di peso Confiance su una carrozza e allertando le guardie dell’evasione in atto. Pulcinella e Totò inseguono la carrozza di Mestolon e salvano Confiance dalle grinfie del padre, in un rocambolesco inseguimento fra carrozze, conclusosi in un disastroso scontro fra le due. Mestolon, adirato come non mai, si scaglia contro Totò, ma subisce il pestaggio dei napoletani, che stanno in guerra con i francesi, e fugge: nella confusione giunge Vincenzone, che, maldestramente travestito da Pulcinella, rapisce Confiance, nello sconcerto di Totò e degli altri. Il piano di far rattristare e non far più cantare Totò ha funzionato alla perfezione e Napoli torna alla sua tristezza, preparandosi a combattere, anche se tutti sono consapevoli che la Francia vincerà.

Le due fazioni sono provate dal digiuno: I napoletani non possono mangiare a causa della scarsità del cibo e dell’assenza di Totò, mentre le truppe francesi sono demotivate dal lungo digiuno causato dal non voler assaggiare le razioni schifose di Mestolon. Totò, Confiance e Pulcinella allora inventano, con l’aiuto dei napoletani, un nuovo saporito piatto, la pizza, cucinandola, sotto consiglio del pentito Vincenzone, direttamente nel Vesuvio, e la fanno assaggiare a soldati borbonici e francesi che apprezzano il gesto di Totò, cosicché i due regni di Francia e Napoli tornano in pace. Pulcinella trova e, con l’aiuto di Gennaro il fabbro, fa restaurare le pentole magiche, che erano solo un po’ fuse. Così alla fine Pulcinella ci farà sapere il futuro dei vari personaggi dopo la vicenda: Pulcinella tornerà a fare l’attore, Vincenzone fonderà una sua compagnia teatrale, il re sarà più giusto con tutti e Totò, che ora si gode l’amore di Confiance, diventerà un cuoco famosissimo nel mondo e riporterà l’allegria a Napoli.Le pentole magiche istruiscono Totò sul da farsi e propongono al cantastorie di riconsegnarle a Vesuvia in cambio di Confiance. Totò però non è d’accordo e inizia a pensare ad una sorpresa da fare a Vesuvia, sorpresa che tra l’altro sta architettando anche il mostro di lava ai suoi danni. Totò e Pulcinella si recano dunque al Vesuvio, e, dialogando con Vesuvia, creano un diversivo per permettere alle pentole di liberare Confiance. Queste ultime si fanno scoprire e allora Totò e Pulcinella ricorrono al piano B e tentano di spegnere Vesuvia con dei gavettoni d’acqua. Vesuvia, imbestialita, corre ad uccidere Confiance, ma trova un improbabile Vincenzone travestito nei panni della ragazza: il pentito orco, precedentemente commosso dal pianto della fanciulla, l’ha liberata e si è travestito per dar tempo alla ragazza di raggiungere Totò. Furibonda, la strega, adirata con tutti, distrugge l’accesso al vulcano ed inizia a far salire il livello della lava. Totò, Confiance, Pulcinella e le pentole scappano lungo uno stretto passaggio di pietra, ma un masso fa crollare un pezzo della via di fuga, costringendoli a fermarsi. Con la lava ormai al loro livello sembrano spacciati, ma le pentole magiche decidono di sacrificarsi buttandosi nella lava: esse spiegano a Totò che, essendo pentole magiche, non si fondono subito e possono essere usate come piattaforme. Così Totò, Confiance e Pulcinella fuggono surfando sulla lava bollente usando le pentole, che, tuttavia, resistono per poco tempo e dopo pochi minuti si fondono, appena in tempo per permettere che i tre si salvino aggrappandosi ad un ramo. Vesuvia intanto, uscita allo scoperto dal vulcano, li raggiunge per ucciderli con la lava, ma scoppia un temporale, e la perfida strega di lava viene colpita dalla pioggia fresca e soccombe, trasformandosi in pietra solidificata. Tutti sono contenti, ma la guerra che hanno causato è ancora in atto.

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